Pietrasanta: un Paradiso dove non sono mai stato

Forse perché un po’ troppo offuscata da Viareggio e Forte dei Marmi, la notorietà di Pietrasanta non mi aveva molto toccato prima d’ora. Conosco la Versilia e ho visitato, oltre a queste due blasonate località marittime, Camaiore, ho percorso la via delle erbe e dei fiori, ho visto le cascate di Candalla e Villa Puccini.

Partiamo per un week end estivo decidendo ti tornare in Toscana cercando una meta che unisca le tre grandi passioni: il cibo, l’arte e il relax.

Come al solito, nei periodi di alta stagione, non prenoto. Non mi affido semplicemente al caso ma, arrivato a destinazione, molte volte cambiando meta e itinerario, preferisco dare un’occhiata a quella che sarà la mia “casa” durante le mie vacanze.

Di strada c’è Pisa che dista solo 37 km da Pietrasanta e, visto che siamo partiti di buonora, decidiamo di andare a controllare la pendenza della Torre e berci un caffè.

Arrivati a Pietrasanta, parcheggio l’auto e, girato l’angolo, mi trovo su una piazzetta. Fa caldo e ho bisogno di qualcosa di fresco. La soglia del Bar Ariodante è sobria, discreta e mi guida lo sguardo all’interno del locale. Mi colpisce l’arredo: elegante, contemporaneo, raffinato. Il sorriso della cameriera, più che un saluto, è un invito ad entrare e guardarsi intorno. Scopro un giardino progettato da Jean Mus che richiama il mitico giardino dell’Eden, interni adornati con marmi, mobili di design, quadri, sculture e gessi.

© Saleem Arif

Scambiamo due parole con la barlady, mentre bevo un cocktail di frutta fresca, e scopro che sono all’interno di un palazzo del 1500, completamente ristrutturato da Alain Cirelli, chef parigino che con il suo Le Purgatoire ha dato il suo contributo all’evoluzione dell’offerta gastronomica italiana a Parigi. Più che alla casualità, credo nella sincronicità. Poco tempo prima, un altro chef francese che ben conosco e ammiro, Alain Ducasse, aveva acquistato il Loft Gastronomico di Cirelli, al 54 di rue de Paradis. E quella strada ha ispirato Cirelli nella scelta del nome del suo Hotel Paradis a Pietrasanta, creato in un’ala di questo palazzo. “Ça va sans dire”… chiedo dov’è la Reception e vengo accompagnato al primo piano del palazzo. Beatrice, directrice de maison, mi accompagna nell’ultima stanza ancora libera.

© Saleem Arif

Spatolato grigio tortora alle pareti, marmo di classe al pavimento, una libreria anni ‘60 che mi riporta al design di Vittorio Dessi, un caminetto che: “peccato che sia estate”. Un’enorme porta finestra si affaccia sulla terrazza, tra piante di agrumi. Quasi scusandosi, ci dice che è disponibile solo per una notte ma che potremmo, l’indomani, passare al Paradis Agricole, altra loro maison, a soli cinque minuti di macchina dal centro di Pietrasanta. Per ora non ci penso, e mi godo questo casa ricca di fascino, storia e arte comtemporanea. Nelle stanze, nei salotti, al bar e al ristorante, tutto è arte: sculture in marmo di Niccola Giannoni, bronzi di Bernard Bezzina, Igor Mitoraj, calchi in gesso e quadri.

Prendiamo una bici e giriamo Pietrasanta: la Chiesa di San Martino, la Torre delle Ore, Palazzo Moroni, eccetera eccetera. Tutto interessante, come sono interessanti le gallerie d’arte e i laboratori di lavorazione dei marmi. Il mio pensiero, però, torna al Paradis e mi assale la voglia di rientrare, godermi la stanza, il terrazzo. Prendere un aperitivo al fresco tra i profumi delle piante del giardino. Cenare in penombra e provare la cucina a chilometro zero di Jonni Bertolaccini che sceglie i prodotti direttamente nella tenuta ecosostenibile del Paradis Agricole.

© Saleem Arif

Durante l’aperitivo, un Americanotto perfettamente costruito, incontro Alain Cirelli. Parliamo del suo songo realizzato, di cibo, di Ospitalità (non a caso con la O maiuscola). Mi racconta del suo trascorso a Parigi, della vendita de Le Purgatoire e della sua fuga in Paradis dove ha portato con sé la sue esperienze gastronomiche, la sua vorticosa creatività e l’amore per l’arte.

L’Hotel Paradis (forse è riduttivo chiamarlo Hotel) è una vera e propria creazione d’arte contemporanea racchiusa in un clima di convivialità.

La mattina seguente, dopo una colazione con prodotti di alta gamma, ci trasferiamo al Paradis Agricole, ma questa è un’altra splendida storia!


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© Autore: Daniele Del Zotto
Luxury Hotels & Restaurants Director