Terza tappa Asiatica per Federica e Lucien: Nepal

Itinerario: Kathmandu – Pokhara-Australian Base Camp – Lumbini

Frontiera India-Nepal

Il nostro obbiettivo era varcare il confine via terra passando dall’India. Siamo volati da Mumbai a Bagdogra (Nord-Est India) . Da li siamo arrivati con un bus. Siliguri, posto nel quale avremmo dovuto ricevere il timbro per poter uscire dall’India ( avendo fatto il visto per un anno , possiamo entrare e uscire dal paese quando vogliamo, per un massimo di 90 giorni consecutivi in India) . Purtroppo però la nostra cara India non ha messo alcuna informazione su Internet per quanto riguarda le frontiere che , dopo il covid , sono state chiuse quasi tutte per i turisti a eccezione di quella di Raxaul che distava a detta dell’ufficiale SOLO 450 km rispetto a Siliguri.

Attreverseremo quindi il Bara, zona più pericolosa dell’India, con tre bus diversi. Dopo ore on the road senza sonno, o meglio con tanto sonno ma senza aver chiuso occhio, arriviamo finalmente alla frontiera! Dopo poca burocrazia e convenevoli, facciamo finalmente i nostri primi passi nel territorio Nepalese.
Dopo l’avventura per varcare il confine saliamo su una Jeep con altri 8 nepalesi e dopo un‘ora si ferma per strada nel mezzo del nulla. Restiamo sul ciglio della strada per mezz‘ora, dopo la quale finalmente passerà un‘altra Jeep e dopo 7 ore di curve in vallate incantate e strade decadenti arriviamo! Dormiamo di sasso dopo 37 ore in piedi (barcollando più che in piedi) .

A Kathmandu stiamo 4 giorni e 3 notti. Esploriamo le stradine nelle quali le bandierine ci mostrano la via e ci accompagnano tra diversi bazar, ai lati delle porte i draghi di pietra ci danno il buongiorno. La zona di Thamel é veramente viva e piena di attività sia di giorno che di notte. Nei piccoli negozi la gente cuce, frigge, intaglia il legno. Con le loro mani realizzano capolavori con la cura di chi sa mandare avanti le tradizioni. Sorridendo. Passeggiare senza meta é un piacere!

Abbiamo visitato:

  • La stupa Boudhanath: ci si staglia davanti con la sua imponenza da un vicoletto in cui arriviamo a piedi da Thamel. Intorno alla Stupa ci sono vari negozi di dipinti nepalesi e di Mandala coloratissimi. Davanti alla stupa si trova poi un edificio nel quale all’interno dei monaci recitano mantra all’unisono e a tratti interrompono per suonare tamburi che fanno vibrare l‘anima. Tolgo le scarpe ed entro sedendomi a gambe incrociate e mi lascio trasportare a occhi chiusi in questa magia.
  • Paschupa Patinath, complesso di templi Indu più grande al mondo, ci lascia a bocca aperta. Il fumo riempie l‘aria e le narici. Proviene dai corpi che vengono bruciati. Nella tradizione indu il corpo viene avvolto in stoffe colorate e viene posto su ceppi di legna impilati difronte al fiume sacro, in questo caso il fiume Bagmati. La cenere viene poi spinta nelle acque. Ci si sente strani e onorati a poter far parte di questo lutto indu, che lutto non é. É l‘augurio che, dopo la reincarnazione, la nuova vita sia più bella della precedente. La morte non viene nascosta ma condivisa, perché fa parte della vita.

Il giorno dopo vedremo Pathan, città antichissima di artigiani dove tutto é fermo nel tempo. Vedremo templi nei quali si fanno ancora oggi sacrifici animali una volta all‘anno. Il tutto respirando un‘aria mistica. Vi consiglio di pagare una guida per pochi euro per scoprire dettagli nascosti tra le mura di questi capolavori! Il tour dura più o meno un‘ora.

Per la sera: Thamel é piena di ristoranti e pub con musica dal vivo. Se volete risparmiare andate nelle vie adiacenti e per pochi euro mangerete cibo fresco e tipico, come i Thali o i Momo, ravioli ripieni di verdure o carne di toro o pollo super saporiti!

POKHARA

Da Kathmandu abbiamo preso un bus di otto ore per arrivare a Pokhara. Lungo la strada il bus ha fatto slalom tra casette incastonate nella montagna, piccoli ruscelli che facevano da coda a cascate in piena per via delle forti piogge di Settembre e tanti smottamenti che interrompevano la strada.
Arrivati a Pokhara abbiamo subito pensato „ qui stiamo una settimana!“.
Abbiamo alloggiato al Beli Guest House, hotel economico e gestito da madre e figlia di una gentilezza unica. La nostra camera era al 4 piano e da li si vedevano le colline e il lago Phewa Lake.

Dalla città movimentata ci siamo ritrovati in un agglomerato di casette, piccoli e grandi ristoranti nepalesi difronte al lago Phewa Lake colorato di barchette blu e cuore pulsante della città. Qui i local si mischiano ai viaggiatori e riempiono le stradine sulla sponda gremite di venditori ambulanti dalla mattina alla sera.
Al Phewa Lake abbiamo preso una barca per 4 ore e pochi spicci e ci siamo squagliati al sole, incapaci di remare ma pronti a ridere di gusto tutte e 4 le ore.
Il prezzo é ottimo e la vista merita tanto!
Portatevi il costume!

Davanti al lago si stagliano la pagoda della pace e la statua di Shiva. Abbiamo camminato 24 km da Pokhara centro avanti e indietro per poterci arrivare e ne é valsa la pena ! Il percorso é ben indicato e semplice.

Da Pokhara il giorno dopo siamo arrivati al Begnas Lake , qui non ci si può tuffare per via dei batteri presenti nell’acqua ma una passeggiata lungo i confini del lago ci regalerà una mezza giornata di pace. Ottimo posto per fare i picknick!

Avendo un budget ridotto, i trekking fino ad Annapurna purtroppo non rientravano tra le nostre tasche. Ma non ci siamo lasciati demordere e strappando qualche informazione dai local siamo riusciti lo stesso a fare un piccolo trekking di due giorni e una notte da Pokhara spendendo pochissimo!

  • Si parte da Pokhara Lake Side e si arriva a piedi in un’ora a Baglung Bus Park
  • Il bus costa 1,10 Euro a testa e la corsa dura più o meno un’ora fino a Kande
  • Da Kande si inizia il trekking che dura più o meno 1 ora e 30 min: ben indicato, con tante scale e qualche zona di strada sterrata. Si passa nella foresta tra casette tipiche e ruscelli.
  • Dall‘Australian Camp si può andare, senza pagare il permesso e la guida, sia a Dhampus che a Pothana .
  • Il giorno dopo in tre ore di camminata siamo arrivati prima a Dhampus, villaggio tipico nepalese, dopo a Phedi. Da li si prende il local bus diretto a Pokhara.
  • Noi abbiamo passato una notte all‘Angel Guest Hous nell‘Australian Camp e siamo stati benissimo! Abbiamo incontrato tante persone dal mondo, abbiamo pranzato con un nepalese simpaticissimo e ci siamo immersi nella natura più fitta e spettacolare. Abbiamo staccato dalla frenesia di vedere, e fermandoci ci siamo goduti i temporali di Settembre dal balcone.

Le bandierine colorate di giallo, verde, rosso, bianco e blu sono impregnate di scritte nepalesi. Sono i mantra, preghiere che tramite lo svolazzare nell’aria delle bandierine inviano messaggi positivi all’universo. Il solo vederle da già un senso di pace.
Torneremo sicuramente per un mese e faremo un trekking sull‘Annapurna, quelle vette sono il richiamo naturale più invitante che abbiamo mai provato su pelle! Qui le montagne le senti vivere!

LUMBINI

Lumbini, La città natale del Buddha. Potessimo tornare indietro, non la visiteremmo, ma ormai siamo qui.
Questa tappa é stato come un pugno nell‘occhio appena arrivati. Scendiamo dal bus e in tre minuti siamo in una zona con strade sterrate, famiglie accampate al bordo strada, bimbi che ci si avvicinano chiedendo da mangiare, con addosso dei pantaloncini strappati davanti e dietro che mostravano le parti intime. Qua e la ci sono degli Hotel che non c’entrano nulla con il paesaggio attorno di campi di riso e donne con il bastone che portano i buoi a pascolare.
Questa é Lumbini….. uno stradone con pochi ristorantini e un paio di negozietti e poco asfalto.

Il Birthplace of Buddha, Patrimonio dell‘Unesco e ritenuto il posto più importante per i pellegrini. E si, fa effetto vedere la pietra sulla quale é nato Siddharta, fa effetto vedere i meravigliosi templi ai lati Est e Ovest donati da numerosi Paesi quali Thailandia, Austria, Germania, Cina, Korea e tanti altri. Ma fa anche effetto vedere che subito aldilà delle mura che contengono questo complesso storico, ci sia solo fango, quasi nessuna indicazione, sporcizia. Come se fosse importante solo curare la via costruita dall‘Unesco per i pellegrini, che il mondo tutto attorno…

Una delusione per la portata di potenziale che potrebbe avere questa città e invece oltre all‘area turistica resta solo una sensazione di amaro in bocca.


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Freelancer e reporter in Asia

Durante questo viaggio che durerà 8 mesi, attraversando moltissime località asiatiche, Federica & Lucien sono disponibili per realizzare immagini, video, recensioni su hotel/ristoranti/attività condividendole anche nei loro canali social e nel loro diario di viaggio Polarsteps.

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 Federica:

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  • Scritto: Italiano, Inglese, Tedesco e Spagnolo

Lucien:

  • Parlato: Olandese, Tedesco, Spagnolo, Inglese e Italiano
  • Scritto: Olandese, Tedesco e Spagnolo

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