Due giorni in alta Pusteria tra San Candido Dobbiaco e un po’ d’Austria.

Raggiungere l’Alta Pusteria da Padova e Venezia è semplice e veloce, grazie all’autostrada e ai nuovi raccordi ultimati e inaugurati per i mondiali di Cortina (si può raggiungere San Candido Innichen anche in treno). Siamo partiti per voi, alla ricerca di luoghi rilassanti che vi facciano immergere in un’esperienza concentrando il viaggio in due giorni vissuti intensamente.

L’autostrada Venezia Belluno è veloce e le sue tre corsie permettono di raggiungere il capoluogo montano in poco tempo. Siamo usciti in direzione Auronzo, rinunciando alla scorciatoia offerta dal nuovo raccordo, per godere del paesaggio e rivedere il Lago di Santa Croce. La vecchia strada, quasi deserta, si inerpica sul Fadalto calandoci, fin da subito, in un paesaggio di vera montagna.

Ci fermiamo a fare una merenda di metà mattina sulla terrazza del Ristorante Bar Mughetto. Nonostante sia sulla strada Auronzo-Cortina, gode di una splendida vista e fanno dei panini allo speck e formaggio gustosissimi. Arriviamo a Misurina verso le undici del mattino. Sui prati, proscenio della dormiente località e del suo omonimo lago, pascolano tranquille mucche e cavalli con criniere spettinate dalla brezza montana. Abbiamo lasciato i trentasei gradi di temperatura di questi giorni di luglio e ci godiamo il refrigerante clima. Scendiamo in direzione Dobbiaco e percorriamo una strada tra prati e vallate lasciandoci le Tre Cime di Lavaredo alle spalle. Il versante del Südtirol è diverso da quello Veneto e ti fa immergere in un’atmosfera forse più vicina al concetto di montagna stile Milka.

© Saleem Arif

Ce la prendiamo comoda, senza orari e tabelle di marcia. Decidiamo di raggiungere San Candido e fermarci là per la notte. Parcheggiamo l’auto e facciamo un giro al centro per scegliere un albergo che incontri le nostre aspettative: albergo piccolo e accogliente, soprattutto che esca dai soliti cliché della struttura alpina, tutta legno e cuori. Sul corso principale di San Candido, ci attira una porta che si apre su un piccolo ingresso. Fuori, vasi di fiori e piante sembrano essere l’anticipazione a quello che cerchiamo. Ci accoglie Anna, la proprietaria e ci fa vedere la casa che ha ristrutturato ricavandone sette camere e due appartamenti. Mi affascina il nome che ha dato a questo nido di Ospitalità: Zenana che nelle lingue Arabo e Urdu, significa “delle donne” e che nei palazzi reali musulmani e indù, identificano gli appartamenti riservati alle donne.

© Saleem Arif

Ci propone una stanza con vista sulle montagne. L’ambiente è luminoso e c’è molto spazio: ingresso con salottino, ampia camera matrimoniale e seconda cameretta con parete in abete e grande vetrata. In bagno, una doccia sensoriale cromo-terapica. E’ luglio, e nelle località montane di prestigio, la qualità si paga. Decidiamo di trattarci bene per un prezzo che, tutto sommato, è inferiore a quello di certi più blasonati e impersonali alberghi che abbiamo visitato. Senza rinunciare al legno e a pezzi d’arredamento che ci ricordano che siamo in montagna (ma basta solo la vista dalle grandi finestre), Anna ha messo nelle stanze oggetti, libri e soprammobili che ti fanno dimenticare di essere in un albergo e ti fanno sentire a casa di amici. Iniziamo a conversare e ci racconta che ha lasciato il Sud Africa per tornare in Italia con sua madre. Ci spiega che è cresciuta laggiù e che i suoi genitori son stati precursori della cucina italiana a Pretoria. Ci chiede se conosciamo già la Val Pusteria ed è pronta a suggerirci posti e situazioni che ci donino emozioni e tranquillità. Cominciamo con il Lago di Dobbiaco, dove andiamo a passeggiare al tramonto con il cagnolino che scorrazza felice nel bosco che costeggia il sentiero attorno al lago. Colori e i profumi ci accompagnano in questa poco impegnativa escursione pedestre. Ceniamo al ristorante Toblacher See, sulla terrazza con vista. Il cameriere passa con delle pizze che sembrano molto appetitose ma ci lasciamo sedurre dai più tipici canéderli e da una wiener schnitzel. Chiudiamo la cena con le frittelle di mele che sembrano essere la specialità della casa e non rimaniamo delusi. Il prezzo è modico.

© Saleem Arif

Dopo le caldissime notti della città, passate con l’aria condizionata a palla, finalmente dormiamo al fresco, con la finestra socchiusa. La prima colazione ci viene servita al tavolonon mi sono molto simpatici i buffet di prima mattina -. Assaggiamo marmellate biologiche, burro di malga su pane appena tostato, salumi e formaggi locali che preferiamo alle banali brioches che anche qui, non mancano.

Ascoltiamo i consigli di Anna e partiamo per il Lago di Braies. Il sole batte sull’acqua cristallina e alcune barche a remi che qui si possono noleggiare, mi rimandano ad un quadro dell’ottocento. Abbiamo parcheggiato all’unico grande parcheggio e paghiamo dieci euro per un’ora di sosta.

Ripartiamo, direzione Austria, ripercorrendo la strada per San Candido e ci fermiamo a visitare la boutique delle marmellate: Alpe Pragas.

Da San Candido, attraversiamo il virtuale confine con l’Austria in meno di 10 minuti e raggiungiamo il Nationalpark Hohe Tauern di Außervillgraten. Non c’è turismo di massa. Siamo praticamente soli e ci godiamo il laghetto. Peccato che non ci siamo portati il pic-nic perché ci sono bellissime aree attrezzate con tavolo e panche in legno.

Dobbiamo raggiungere una malga, ma prima, come suggerito da Anna, ci fermiamo al Naturdenkmal Sinkersee. Anche questo angolo di natura sembra essere sconosciuto ai turisti. Il laghetto è minuscolo e sembra una goccia verde. Camminiamo seguendo il sentiero boschivo tutto intorno. Profumi di muschio, di resine e di fiori si mescolano al silenzioso rumore dei nostri passi.

Raggiungiamo la malga Unterstaller e ci accoglie una piccola mandria di mucche austriache, rosse dalla coda alle ciglia. Tutto intorno, prati e montagne. Pranziamo alla Jausenstation con un tagliere di salumi e formaggi e un buonissimo strudel che da solo potrebbe essere un pasto completo. Il cielo si sta annuvolando e quando inizia il temporale siamo già in macchina. L’alta quota è affascinante anche con la pioggia e si odora il respiro dell’erba.

Penso che anche la natura, qui, rispetti la suddivisione territoriale perché, al confine, ci saluta un doppio arcobaleno.

© Saleem Arif

Per il rientro in città, scegliamo di passare per Cortina e ci fermiamo al lago di Landro e ceniamo, pur essendo in Italia, alla tedesca, alle sei di sera. Ci dividiamo un tipico Toblacher Stangenkäse e l’ancora più tipico dolce, la Kaiserschmarrn, una mappazza di frittata dolce condita con marmellata ai mirtilli.

Facciamo sosta a Cortina e prendiamo un caffè da Alverà, all’inizio di Corso Italia. Alverà, panificio storico, è stato trasformato in un’esclusiva pasticceria-gelateria, e rimpiango la fila di un tempo, fatta per comprare la Puccia.

Prendiamo l’autostrada e in un battibaleno, siamo al casello Venezia Est. In poco meno di due giorni, abbiamo visitato tre territori vicinissimi ma diversissimi tra loro per paesaggi e tradizioni, accomunati dal più bel monumento naturale appartenente ad ogni cultura: le Tre Cime di Lavaredo.


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© Autore: Daniele Del Zotto
Luxury Hotels & Restaurants Director