Il ferro, el risso e a forcola

L’icona che più rappresenta Venezia, e che ha origini che si perdono nella notte dei tempi, viene menzionata nella città lagunare attorno all’anno 1000. L’elemento che caratterizza in modo univoco la gondola è il ferro da prua, detto anche pettine o Dolfin.

Il tipico ferro di prua (in veneziano fero da próva o dolfin) si dice erroneamente che abbia lo scopo di proteggere la prua da eventuali collisioni e di abbellimento; in realtà esso ha una funzione essenziale e ben precisa: essendo molto pesante esso appesantisce la prua della barca mantenendola così sempre in assetto con qualsiasi numero di vogatori e aiuta la conduzione segnando sempre la direzione in cui la prua della gondola sta puntando; esso è di ferro ma è fragile di fronte a una collisione violenta.

Secondo un’interpretazione moderna, non supportata però da alcun documento, la sua forma avrebbe il significato di rappresentare i sei sestieri di Venezia (i sei denti rivolti in avanti), la Giudecca (il dente rivolto all’indietro) e il cappello del Doge, l’archetto sopra il dente più alto del pettine rappresenterebbe invece il Ponte di Rialto, infine, la “S” che parte dal punto più alto per arrivare al punto più basso del ferro rappresenterebbe il Canal Grande.

In alcune gondole sono presenti anche tre rifiniture – una sorta di ricami detti foglie posti tra le sei barrette anteriori – che rappresentano le tre isole più importanti tra quelle delle laguna veneta, ovvero le isole di MuranoBurano Torcello.

Una funzione importante del ferro di prua è anche quella di bilanciare il peso del gondoliere posto a poppa, in modo da consentire al natante di navigare con il fondo piatto più orizzontalmente possibile riducendo di conseguenza il beccheggio.

Anticamente questo era di dimensioni molto maggiori (come quelli conservati nella reggia di Venaria o in vari teneri veneziani) e non erano raffinati come quelli odierni. Questa differenza deriva dalle diverse evoluzioni di gondola nel tempo.

Il ferro di poppa, molto più piccolo di quello di prua e con funzioni principalmente di protezione dagli urti, è detto Risso (riccio); è la parte più alta dell’imbarcazione.

Malgrado la considerevole lunghezza, la gondola è estremamente maneggevole, grazie al fondo piatto e alla ridotta porzione di scafo immersa, e può essere manovrata anche in spazi angusti.

Le manovre richiedono però una notevole abilità da parte del conduttore, detto gondoliere, che deve essere dotato di un senso dell’equilibrio molto sviluppato in quanto la posizione di voga all’estremità della poppa è assai instabile. Per evitare scontri, vi è l’usanza di avvertire alla voce quando si svolta in un rio stretto e i tipici richiami (òhe) sono divenuti un elemento caratteristico della città.

La forcola

La forcola è un tipo di scalmiera utilizzata nella voga veneta.
Agisce come forza resistiva considerando il sistema remo-contatto remo/acqua-forcola-vogatore come una leva di secondo genere.
È un attrezzo caratteristico impiegato nelle imbarcazioni veneziane.

Una sperimentazione secolare ha reso le forme di questo genere di strumenti molto elaborate. Ogni curva, spigolo, inclinazione ha una precisa funzione nell’economia della vogata.

Nella conduzione delle imbarcazioni veneziane il remo viene normalmente appoggiato al morso (vedi figura 1), ma qualunque genere di manovra consenta l’imbarcazione può essere realizzata variando l’azione sul remo e spostando il punto di appoggio del remo sulla forcola (vedi la voce voga veneta).

La forcola da gondola è una delle forme più complesse e complete: si contano infatti ben otto posizioni di voga.

Figura 1. Schema delle parti di una forcola da pope di una gondola

Il disegno della forcola dipende dall’uso di precise sagome e profili che variano in funzione della tipologia dell’imbarcazione e alla posizione di voga cui sono destinate.

Il materiale utilizzato per la costruzione delle forcole è il legno. Le essenze preferite dai remèri (artigiani costruttori di forcole e remi) devono rispondere a caratteristiche di notevole durezza ed elasticità. Avremo ad esempio forcole di noce, pero, ciliegio.

  • Il noce è il preferito nella tradizione come materiale pregiato e funzionale: consuma poco il remo e se opportunamente stagionato per circa sei mesi si conserva molto bene.
  • Il pero è un altro ottimo materiale: ha venature di durezza molto simile e per questo si riesce a lavorare bene, consuma ugualmente poco il remo ma tende a rivelarsi fragile se non stagionato a dovere per almeno un anno.
  • Il ciliegio è un legno dalle discrete caratteristiche meccaniche, simile ai due precedenti, ma è considerato meno pregiato.

Le forcole dovrebbero essere ricavate da un unico pezzo di tronco (sempre più raro e prezioso nel caso delle grandi forcole da gondola) ma si ottengono risultati accettabili anche dall’incollaggio di tavole con adeguata venatura.

Ferro da gondola della famiglia Dolfin, esposto al Metropolitan Museum di New York.

Si ringrazia Wikipedia per la dettagliata descrizione…. (ovvero lo ringraziamo per aver preso “amichevolmente” in prestito questa parte di testo!) 😉


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